Fuori speciale: fasting people (2024)

Fuori speciale: fasting people (1)

“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dellospeciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattatoruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, dipiccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, inuscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che usciranno invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata orimandata, a vostro piacimento.

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Nel post precedente abbiamo accennato al fenomeno delle “fasting girls”, donne o bambine a digiuno e “nutrite da Dio”.Una di queste fu la francese Jane Balan, di Confolens, che si diceva avesse digiunato per almeno tre anni e fu sorvegliatada un medico per ordine del re Enrico IV; un’altra fu Martha Taylor, che attirò l’attenzione dopo che ebbe digiunato, asuo dire, per un intero anno.Quasi sempre il fenomeno aveva inizio dopo una breve malattia (come nel caso Sarah Jacob, una bambina gallese che siammalò nel 1867, poco prima del suo decimo compleanno) o un incidente (come in quello della diciottenne di Brooklyn,New York, Mollie Fancher, che nel 1865 fu trascinata da un tram dopo che la sua gonna restò impigliata nella ruota dellavettura. Per la verità lei affermava di assumere una quantità molto piccola di cibo all’incirca ogni sei mesi, ma pococambia).

Quando la notizia dei “prodigi” si diffondeva, le persone andavano in pellegrinaggio a visitare le giovani e farloro delle offerte nella speranza di essere esse stesse toccate dalla benedizione divina e per far esaudire le loro preghiere;queste giovani venivano infatti considerate molto pie e in odore di santità.

Bisogna considerare che a quel tempo lecarestie, specie in Europa, non erano rare, e il fatto che qualcuno potesse sopravvivere senza cibo senza apparentiproblemi doveva colpire molto l’immaginazione; inoltre, in quei tempi e luoghi la religione aveva un grosso peso nellavita quotidiana e non è da escludersi che molte di queste ragazze si fossero autosuggestionate, cadendo preda di una sortadi delirio religioso.

Fuori speciale: fasting people (2)

Alcuni medici incolpano l’isteria, una nevrosi spesso usata per giustificare i malanni femminili; altriancora sospettano che gli stessi familiari delle ragazze avessero involontariamente provocato il digiuno lodandole per ilpoco cibo che avevano consumato mentre erano ammalate o in fase di remissione; e una volta che il fatto era resopubblico e le famiglie cominciavano a ricevere visite e accettare donazioni, era molto difficile tornare indietro.Fatto sta che in molte furono sorprese a barare; si scoprì infatti che mangiavano di nascosto (per esempio facendosipassare del cibo dalla bocca di un familiare quando si baciavano), non molto ma quanto bastava per non morire di fame.Qualcuna, come la Fancher, rifiutò sempre di farsi sorvegliare e non si riuscì a provare né le sue affermazioni, né laprobabile frode. E quando invece la ragazza veniva sorvegliata giorno e notte, si assisteva immancabilmente alpeggioramento delle sue condizioni fisiche e alla sua morte, come nel caso della Jacob, senza che né i familiari dellevittime né i medici e le infermiere venissero mai messi sotto accusa.Come si può lasciar morire un figlio di fame per non svelare un imbroglio?

Fuori speciale: fasting people (3)

Questo è il terribile interrogativo che ciattanaglia e accompagna anche la visione del film del 2022 di Sebastián LelioIl prodigio” (The Wonder), prodotto daNetflix e basato sull’omonimo romanzo del 2016 di Emma Donoghue.

La vicenda dell’irlandese Anna O’Donnell quinarrata ricorda da vicino quella di Sarah Jacob, anche se l’autrice del libro (nonché coautrice della sceneggiatura) disse diessersi ispirata al fenomeno delle ragazze a digiuno nel suo complesso piuttosto che a un singolo caso. Venendo allatrama, Anna non mangia dal giorno del suo undicesimo compleanno, quattro mesi prima, e sostiene di vivere grazie allamanna mandatale da Dio. Quando però l’infermiera Wright e una suora sono chiamate ad assisterla di continuo, labambina comincia a deperire e a nulla valgono le esortazioni alla famiglia e alle istituzioni mediche e religiose per farlariprendere a nutrirsi. Il rifiuto del cibo da parte di Anna è legato a un terribile segreto familiare che non sarà sempliceportare a galla. Il problema psicologico di Anna sarà anche la chiave attraverso cui Wright cercherà di salvarla; Anna, asua volta, riuscirà a sollevare l’infermiera dai tormenti del passato (questo sì un evento che potremmo definiremiracoloso) donandole una nuova ragione di vita. Guardatelo, se ne avete l’occasione: il finale non è affatto scontato, perquanto forse improbabile.

Fuori speciale: fasting people (4)

Più recente de “Il prodigio”, “Club zero“ di Jessica Hausner (2023) mostra un aspetto diverso e più attuale dellaquestione. Un’insegnante di scienze dell’alimentazione, Miss Novak, viene assunta da un prestigioso liceo privato dovepromuove l’”alimentazione consapevole”, ovvero l’assunzione di una piccola quantità di cibo accompagnato da unaparticolare tecnica di respirazione ispirata allo yoga, allo scopo dichiarato di aiutare l’ambiente e di mantenersi sanieliminando le tossine dal proprio corpo.

Il suo vero scopo è però manipolare i suoi studenti per affiliarli al “Club Zero”,una setta segreta di persone che riescono a vivere senza mangiare; ci riuscirà con cinque di loro, approfittando delladistanza (anche fisica) dei genitori; in effetti, genitori e insegnanti si renderanno conto troppo tardi del pericolo che iragazzi stanno correndo.

Il film ammicca alle esagerazioni e veri e propri estremismi che caratterizzano il mondomoderno, anche sanitario e politico (zero calorie, zero contagi, zero emissioni...), in particolare alla concezione del cibocome qualcosa di nocivo per il corpo e l’ambiente, da cui la necessità di eliminarlo in modo graduale ma costante, senecessario fino a privarsene del tutto; e allude a certe pratiche new age distorte che hanno la caratteristica e forse lo scopodi far sentire i loro praticanti migliori degli altri. Non è un caso che Miss Novak pratichi anche una forma personale diBuddhismo, la religione più imitata e falsata del mondo.

Pur non essendo un horror, il film è genuinamente disturbante eclaustrofobico, sostenuto visivamente da magnifiche inquadrature e cromatismi, e con un finale allegorico e potente.L’alimentazione consapevole esiste davvero, anche se è lontana dalle farneticazioni di Miss Novak; per esempio è allabase dell’Igienismo, che promuove anche il digiuno come metodo per eliminare tutti i residui e le scorie incamerati dalcorpo approfittando del risparmio energetico-digestivo ottenuto astenendosi dal cibo.

Fuori speciale: fasting people (5)

Senza entrare troppo nel dettaglio,cosa che richiederebbe pagine e pagine di approfondimento, gli igienisti sono convinti che il digiuno permetta di espellereanche cellule morte, pus, cisti e tumori, non perché si tratti di un mezzo di guarigione di per sé, ma perché stimola lacapacità di autoguarigione del corpo, nella convinzione che un corpo sano è in grado di ristabilirsi dalla malattia senzaintervento medico.

I primi pionieri dell’Igienismo operarono nel XIX secolo. Herbert M. Shelton (1895-1985), fondatore della ANHS(American Natural Hygiene Society), fu l’autore di una cinquantina di testi alternativi sulla salute umana, come "Ildigiuno può salvarti la vita" (1964) e un fervente sostenitore del crudismo e del digiuno terapeutico; il digiuno a secco (ildigiuno igienistico prevede assunzione di acqua) si è invece sviluppato nella scuola russa, e trova oggi il suo più famosoesponente in Sergej Filonov; padre del digiuno intermittente si ritiene invece sia il medico britannico Michael Mosley,anche se la pratica è notoriamente molto più antica.Al di là di ciò che possiate pensare in proposito, è pur vero che nella storia possiamo contare numerosi casi di personesopravvissute senza cibo per periodi di tempo lunghi senza riportare danni, ma traendone anche dei benefici fisici.

Famoso, ad esempio, è il caso di Ralph Flores e Helen Klaben, sopravvissuti a un incidente aereo nella Colombiabritannica e ritrovati il 25 marzo 1963, vivi, dopo 49 giorni di astinenza dal cibo. È probabile che sottovalutiamo lepossibilità del corpo umano; eppure, ironicamente, se da un lato le istanze ecologiste si fanno più pressanti, dall’altra gliinteressi delle multinazionali dell’alimentazione, dei cartelli farmaceutici e delle istituzioni governative sono così estesiche fino al 1960 molti medici igienisti venivano regolarmente arrestati e incarcerati, mentre oggi la lotta si combatte acolpi di fact-checking e inviti alla medicalizzazione e alla prevenzione più spinta. Se tutto va bene, la contraddizioneinsita in questo sistema un giorno lo farà implodere, e noi potremo tornare a vivere in un mondo meno ossessionato dallasalute umana e ambientale e forse proprio per questo un po’ più sano.

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